La parola Alessitimia deriva dal greco (a= mancanza, lèxis=parola e thymos=emozione) e designa l’incapacità di esprimere a parole le proprie emozioni.
Non è una patologia strutturata a se stante bensì un tratto di personalità non strettamente correlato ad alcun disturbo, sebbene sia spesso presente nelle persone con sintomi psicosomatici (l’impossibilità di elaborare le emozioni, infatti, favorisce l’espressione delle stesse attraverso il corpo).
Ciò non toglie che l’alessitimia sia un concetto ben definito che comprende:
difficoltà a riconoscere e nominare le proprie emozioni
in alcuni casi presenza di stati emotivi attenuati o del tutto assenti (alessitimia di tipo I)
tendenza a confondere le emozioni con le sensazioni corporee
difficoltà ad empatizzare e comprendere le emozioni altrui
L’alessitimia comporta un disagio sia individuale (frustrazione, sensazione di essere pervasi da qualcosa di non ben comprensibile etc) che relazionale: la scarsa empatia e comprensione degli stati emotivi altrui, infatti, genera inevitabilmente incomprensioni, conflitti all’interno delle relazioni e spesso isolamento.
In questi casi la Psicoterapia risulta il trattamento d’elezione per aiutare la persona a riprendere contatto con le proprie emozioni, riconoscerle e poterle così esprimere e gestire.
Curiosità:
⁃ Con il massiccio utilizzo di social, chat e tutto ciò che è relazione virtuale nel nostro tempo, si è assistito alla nascita di quella che viene chiamata “alessitimia digitale“, ovvero l’incapacità di riconoscere e gestire le emozioni causate dalla mediazione, nelle comunicazioni interpersonali, delle nuove tecnologie.
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