Il termine “sabotatore interno” è stato coniato da Ronald Fairbairn ed è un concetto dall’eziologia complessa che coinvolge il rapporto primario con il genitore e il processo di introiezione* che ne scaturisce.
(*introiezione: accogliere dentro di se aspetti del mondo esterno e delle relazioni con l’altro, in questo caso schemi di attaccamento disfunzionali nell’esperienza non positiva col proprio genitore)
Per sabotatore interno si intende la tendenza di alcune persone ad avere un atteggiamento ostile verso se stessi “sabotando” qualsiasi possibilità di successo e benessere che si potrebbe raggiungere.
Il sabotatore interno ostacola la persona nella vita quotidiana (nelle relazioni, nel lavoro, negli obiettivi prefissati) orientandola verso l’insuccesso e l’autocritica costante.
Il sabotatore interno è, in sostanza, una parte di sè inconscia, sofferente e rabbiosa, che si scaglia contro se stessi e che fa compiere comportamenti che generalmente sabotano il nostro benessere e ci mettono i bastoni tra le ruote.
Ciò accade perché gli schemi relazionali appresi e introiettati in infanzia sono caratterizzati da eccessiva critica, limitazione e fanno leva sul ricatto, minacce di abbandono, aggressività e senso di colpa.
🌀 Curiosità:
⁃ Shirzad Chamine individuó nove possibili tipologie di sabotatori: Perfezionista, Compiacente, Performante, Vittima, Iperrazionale, Ipervigilante, Iperattivo, Controllore, Rinunciatario.
#Sabotatore interno, #autocritica
Bibliografia:
Fairbairn, W.R.D. (1952). Studi psicoanalitici sulla personalità. Bollati Boringhieri, Torino (1985).
Gazzillo F. (2012), I sabotatori interni – Il funzionamento delle organizzazioni patologiche di personalità. Milano, Raffaello Cortina Editore
Chamine S. (2013), Positive Intelligenz: Entwaffnen Sie Ihre 10 inneren Saboteure